Iva Berasi - articoli, lettere e interviste dalla stampa | |||||
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Trento, 14 agosto 2012 Lggo alcune prese di posizione sul giornale in merito alla chiusura del traffico privato a Ponte Arche. È un rito già visto, ricordo una per tutte, la traumatica chiusura al traffico di piazza Fiera a Trento. Fanno però riflettere le prese di posizione in merito alla limitazione del traffico durante i 15 giorni di ferragosto sulla strada che attraversa l’abitato di Ponte Arche. Il divieto di attraversamento dell’abitato costringe gli automobilisti ad allungare la strada di circa due chilometri percorrendo qualche curva in più, impiegando forse cinque minuti di maggior tempo. La vita frenetica di oggi rende questo insopportabile ad alcuni. A ferragosto la strada che attraversa Ponte Arche si trasforma in una colonna di auto, furgoni e camion che procedono lentamente anche per i continui attraversamenti della gente, rendendo l’atmosfera soffocante e rallentando la perenne fretta di chi sta al volante di un’auto. Paradossalmente la deviazione del traffico snellisce lo stesso in molte ore della giornata. Non si tratta di favorire alcuni imprenditori turistici ma di garantire, dovere di un Sindaco, la salute dei cittadini residenti o no, soffocati dagli scarichi, intontiti dal rumore del traffico, a rischio investimento se escono per una passeggiata. C’è anche chi non si è accorto che il mondo è cambiato e utilizza il vecchio e superato ricatto del voto: non tuteli il mio interesse personale e non ti voto, salvo avere una posizione diversa se il traffico passasse sotto la propria finestra. Credo che ogni paese del Trentino abbia diritto ad una giusta qualità ambientale e la prima azione da mettere in atto è la regolamentazione del traffico; quindi auspico che dove si può creare un’alternativa all’attraversamento dei centri abitati venga messa in atto, permettendo ai nostri anziani e ai nostri bimbi di muoversi in sicurezza. Cosa sono due chilometri e 5 minuti di fronte alla sicurezza, alla salute a una maggior qualità della vita di residenti o turisti? Ancora non c’è consapevolezza della necessità di una visione che va oltre il proprio interesse verso una solidarietà territoriale e di sistema che ci aiuterà a vincere le sfide difficili in atto. Serve saper mettere i propri interessi in relazione con quelli più generali, avere una visione di prospettiva. Serve anche la consapevolezza che gran parte del Trentino vive di turismo e dobbiamo farci carico di garantire una qualità che permetta al turista di tornare soprattutto in momenti difficili come questo. Il turismo non fa vivere solo l’albergatore ma un territorio intero. Iva Berasi
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IVA BERASI |
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